MALAYSIA OCCIDENTALE E SINGAPORE

MALAYSIA OCCIDENTALE E SINGAPORE
di Giò Barbieri
Polaris editore
496 pagine, 29 euro

Spiagge, deserti e isole coralline, foreste millenarie e fiumi navigabili: è questa la cornice naturalistica della Malaysia che conosciamo attraverso le pagine di esploratori e scrittori come Pigafetta, Salgari, Conrad, Maugham. Una «riserva» preziosa per la quantità e la rarità delle varietà vegetali che superano di cinque volte quelle africane, paradisi dove ancora sopravvivono tigri, rinoceronti, elefanti, orangutan nonostante il grande salto verso la modernizzazione che in altri Paesi ha comportato l’annientamento delle ricchezze naturalistiche. Questa è la premessa con cui Giò Barbieri, apre le pagine della sua guida sulla Malaysia Occidentale e Singapore. «Ma a rendere ancora più speciale questo straordinario Paese – scrive – è l’atmosfera che si respira per le strade, quella creata dalla gente, vero esempio di tolleranza civile e religiosa in grado di rassicurare il più diffidente dei viaggiatori». Ci rassicura l’autore. Qui il turista trova gentilezza e ospitalità ma è comunque invitato a seguire regole comportamentali ben descritte a pagina 84 e 85.
Sono infinite le specificità da esplorare. A cominciare dal retroterra culturale a cui questa guida dedica approfondimenti sulla storia, l’artigianato, la varietà dei sapori e il folclore del Paese modernizzato e dei gruppi etnici (i principali sono i Dayak e i Sarawak) con le loro tradizioni animistiche, i riti di guarigione, le motivazioni (ormai abbandonate) dei cacciatori di teste.
Gli itinerari proposti da Barbieri fanno tappa alle metropoli, Kuala Lumpur e Singapore con le loro le attrazioni giocose e l’intensa vita notturna; le capitali degli antichi i sultanati, le Highlands e le coste, i fondali da esplorare. Anche qui come in altri Paesi asiatici, le contraddizioni fra il passato, che rende unica ogni esperienza, e l’accelerazione tecnologica, che crea forti cambiamenti, sono il sottofondo con cui ogni viaggiatore si deve confrontare: una guida è un’ottima compagna di viaggio per farci capire dove siamo e chi sono i nostri ospiti ma talvolta è necessario farla tacere per soffermarsi guardare e ascoltare e portarsi a casa le parole originali del nostro diario intimo. Come confida Barbieri, viaggiare affina l’istinto, bisogna ascoltare e dare valore alla cose semplici: quelle che costellano ogni viaggio e di cui spesso non teniamo conto.