APO KAYAN, nel cuore del Kalimantan – Via terra – 4P
Via terra
Esistono diversi itinerari che portano nell’Apo Kayan dal Sarawak, via Sungai [1] Balui, via Sungai Linau e Sungai Kajang, via Sungai Baram e via Sungai Baleh. Mentre dal Kalimantan, via Sungai Boh, via Sungai Belayan, via Sungai Kayan e via Sungai Bahau per chi viene dal Krayan. Vi sono un’infinità di accessi al territorio ma quelli che descriverò sono i più noti e i tempi indicati nell’articolo corrispondono al viaggio effettivo in condizioni generali ottimali per ciò che concerne la praticabilità dei fiumi, la qualità delle guide e la tutela della salute. Naturalmente un fiume in secca od in piena, quando non costringe a rinunciare, moltiplica gli sforzi e dilata notevolmente i tempi della tabella di marcia. Va considerato che nei tratti fangosi della foresta pluviale di montagna spesso non si riescono a percorrere più di 5/8 km al giorno. Inoltre può capitare di attendere per giorni, in un qualche villaggio, l’arrivo di una guida disposta ad accompagnarvi.
Guide
Le mappe esistenti non sono in grado di garantire in assoluto l’autonomia necessaria per muoversi in un ambiente tanto vergine, intricato e mutevole come la giungla del Borneo centrale. Le guide locali sono le uniche persone in grado di sapersi orientare di fronte agli innumerevoli bivi e al riconoscimento immediato dei sentieri tracciati da animali, come cinghiali, cervi, varani, ecc., o da esseri umani. Gli abitanti di un qualsiasi villaggio conoscono il territorio e le regole di comportamento dei nativi, la loro lingua, i loro dialetti, i frutti di cui si cibano e il valore delle erbe, nonché dove e come procurarsi il cibo e in che modo risolvere gli imprevisti. È l’esperienza data dalla loro vita quotidiana che li rende padroni della situazione e assolutamente indispensabili ai viaggiatori stranieri; l’immersione nella foresta al loro fianco è rassicurante, ci si sente protetti e presi per mano come bambini; sono presenze che tranquillizzano, in particolare i meno giovani, più pazienti con gli escursionisti. Il sistema più comune è quello di reclutare, nei villaggi più prossimi alla regione da attraversare, un paio di guide che vi accompagnano fino al villaggio successivo, spesso distante uno o due giorni di viaggio. Di villaggio in villaggio, a volte le guide cambiano in successione. Provvederanno i vari capi-villaggio ad aiutarvi nel trovare le guide necessarie a proseguire il tragitto. Nel prezzo richiesto viene incluso anche il ritorno delle guide alla propria comunità.
Ovviamente, se potete permettervelo, le guide saranno felici di essere ingaggiate anche per lunghi percorsi di settimane. Nella parte indonesiana la spesa per ogni guida o portatore è inferiore a quella del Sarawak. Naturalmente esistono le eccezioni e l’area dell’Apo Kayan è una di queste. Le agenzie della costa chiedono USD 1500-2000 a testa per una settimana e poi pensano a tutto loro: aerei, vitto, alloggio, guide, barche, danze e cerimonie varie.
Via Sungai Boh
La via meridionale comunemente seguita dai mercanti locali è quella che passa da Long Bagun, villaggio sul Mahakam a 60 ore di battello (kapal) da Samarinda. Da Long Bagun si raggiunge poi Long Nawang, il cuore dell’Apo Kayan, in un paio di settimane risalendo verso nord il fiume Boh, affluente del Mahakam, ad un giorno di navigazione da Long Bagun. Seguiranno altre giornate molto intense di canoa a motore, lungo il Sungai Oga e il Sungai Temaha, e di trekking. È una via abbastanza dura e comunque resta una delle più accessibili e seguite dalle guide o dai nativi che hanno interessi nelle due aree. Le guide per il viaggio devono essere reclutate prima della partenza e non lungo il tragitto, per le immediate difficoltà del percorso. Chiedete alla Kosmos Trekking di Long Bagun.
Itinerario
All’ingresso del Boh, subito a monte del villaggio omonimo, si incontrano le prime forti rapide, poi il fiume segue tranquillo fino alle porte del villaggio abbandonato di Brahim. In questo tratto, prima e dopo l’altro insediamento abbandonato di Kubu Long Bakung, sulla destra del fiume ci sono delle basi per la lavorazione del legname in cui si può sostare per riposare ed anche per un pasto. Proseguendo, si incontrano vaste aree disabitate in cui gli unici punti di riferimento rimangono le testimonianze di presenze umane nei villaggi abbandonati. Lì è possibile riparare per la notte, così come nelle capanne-rifugio utilizzate dai Dayak che seguono abitualmente questo percorso, in media un gruppo al mese.
Da Long Bagun a Brahim occorrono due giorni di lancia e circa 200 litri di carburante; il prezzo del trasporto in genere si divide tra i partecipanti. La lancia risale il Boh per circa 60 km e vi lascia però prima di Brahim, a valle delle rapide. Un giorno intero si perde nell’aggirare via terra le immense rapide caratterizzate da un grande salto nel vuoto tra le rocce, ostruito da un enorme albero caduto, che le rende invalicabili contro corrente e pericolosissime nel senso inverso. Da Brahim ha inizio il sentiero che in 8-9 giorni di marcia conduce a Long Sungai Barang, grosso centro dei Lepo Tukung Kenyah. Al bivio, distante circa 4 ore da Brahim, si lascia il Boh e si procede in direzione ovest lungo il Sungai Oga per arrivare in due giornate di cammino all’importante confluenza con il Sungai Temaha, distante dal bivio circa 30 km dove è possibile trascorrere la quinta notte di viaggio. Da lì si prende il sentiero che sale a nord per Long Sungai Barang (75 km), parallelo al fiume Temaha, che attraversa i villaggi abbandonati di Kubu Mesar (20 Km) e Kubu Mesuai, a ridosso della sorgente. Si attraversa così uno scenario di sconvolgente bellezza. È il cuore vergine del Borneo.
L’ultimo tratto, da Long Sungai Barang a Long Nawang, si realizza in un giorno e mezzo, percorrendo la pista ben evidenziata a lato del Sungai Kayan, che attraversa i villaggi di Lidung Payau, Long Uro, Long Ampung, gli ultimi due caratterizzati da ponti oscillanti fatti da corde e legni. Si arriva alla fine a Long Nawang, la capitale del kecamatan [2] Kayan Hulu o Apo Kayan del Sud, dopo quasi tre settimane di viaggio effettivo da Samarinda. Nel senso inverso, da Long Nawang a Samarinda, si risparmia un giorno usando una zattera da Kubu Mesar: si superano solo due gruppi di rapide e si discendono i fiumi Temaha e Oga senza più ostacoli fino a Brahim, sul Boh.
Via Sungai Belayan
Da Tabang, piccolo centro sul fiume Belayan a 2-4 giorni di navigazione dal Mahakam, si risale il Sungai Tabang in ketinting [3] per 3-4 ore fino al villaggio di Tabang Lama (30 km) e, se il livello dell’acqua lo consente, si può procedere in barca a motore fino a Sei Lunuk (7 km), villaggio abitato dai Punan. Dopo altri 8 km si entra nel villaggio di Palau Beras ai piedi del massiccio di Gunung Batukenye. Da qui, nei periodi con sufficienti precipitazioni piovose, si procede in canoa. Nel caso in cui il fiume sia in secca, l’unica possibilità per raggiungere Muara Len a 10 km, rimane la marcia di 4 ore lungo il sentiero a lato del fiume Muara Len, dove normalmente si sosta per la seconda notte di viaggio. Muara Len si trova alla confluenza tra il Sungai Belaja che scende da nord ed il Sungai Len che scende da ovest. Quest’ultimo indica la via da seguire per l’Apo Kayan in territorio esclusivo Punan e Penan. Anche in questo caso, almeno un paio di buone guide sono d’obbligo. Da Muara Len alla longhouse denominata semplicemente Punan, uno dei rari insediamenti della regione, occorrono 5-6 giorni di puro trekking. A breve distanza dal villaggio Punan inizia il tracciato di 50 km che verso nord conduce a Long Metun II, Long Pipa e Long Sule (aeroporto missionari MAF [4]), villaggi distanti ancora 10 giorni dal centro di Long Nawang.
Via Sungai Kayan
Da Tanjung Selor in 8-10 ore di battello di linea, per un percorso di 110 km, si arriva quotidianamente al villaggio di Long Bia attraverso una zona disboscata e punteggiata da una ventina di insediamenti indigeni, in prevalenza delle tribù Kayan e Kenyah. Long Bia è un’importante base MAF e l’ultimo centro a monte del fiume Kayan dove si possono acquistare beni di consumo a costi ancora normali. Inoltre, la nota stazione commerciale è sede di numerose compagnie del legname. Da Long Bia si può proseguire il viaggio lungo il Sungai Kayan ed il Sungai Bahau nei pressi dell’Apo Kayan.
Ogni 7-10 giorni una potente lancia trimotore fa la spola tra Long Bia e Long Pujungan impiegando 2-7 giorni di navigazione, secondo il livello dell’acqua: se è alto, le rapide spariscono e si procede più celermente. Andando a Besah, villaggio collegato con Long Bia da un sentiero di 30 km facilmente percorribile, si evitano le spese di un giorno di trasporto. Noleggiando un’imbarcazione specifica armata con due o tre motori, si suddivide la spesa tra i viaggiatori, purché non siano più di dieci vista la dimensione della lancia. Diversamente, si può utilizzare il Pioneer II, il kapal mercantile gestito dai commercianti cinesi di Long Bia che per poca spesa fa servizio settimanale con Nahabau, il primo villaggio sul Sungai Bahau a valle delle grandi rapide. Il Pioneer II, lungo una ventina di metri e armato di tre potenti fuoribordo da 40 cv., parte poco prima dell’alba e giunge alla confluenza del Bahau in 48 ore circa. Al ritorno ne impiega solo 28.
A Nahabau bisogna attendere la prima lancia diretta controcorrente verso Long Pujungan, a 2-5 indimenticabili giorni di fiume immersi in un paesaggio maestosamente selvaggio, con alberi alti come grattacieli e grossa selvaggina sulle rive, come cinghiali, scimmie, varani, etc.. Nel letto del fiume, innumerevoli rapide, sei delle quali hanno nomi inquietanti come orang mati (uomo morto), scorrono con forte violenza. Solitamente questo esaltante ed impegnativo tratto che attraversa una decina di villaggi, viene affrontato con lance a motore di 12-15 mt. che trasportano una dozzina di persone, incluso l’equipaggio Kenyah, il migliore per questo genere di cose. Chiedendo ai missionari di Long Bia si possono ottenere ulteriori informazioni ed eventualmente un passaggio: vanno spesso a visitare i villaggi lungo il fiume Kayan e a Long Pujungan, formato da 400 ab., risiede un’importante comunità cristiana.
Camminando dalle 7 alle 10 ore al giorno, il tragitto da Long Pujungan a Data Dian, 160 km percorribili quasi interamente a piedi, si può completare in una settimana piena di viaggio effettivo. Risalendo il Sungai Pujungan, fiume caratterizzato da molte rapide, si giunge in giornata a Long Pua e al bivio di Long Jelai. Verso sud si segue il sentiero che sale sul passo di Bukit Tikung, monte alto 1.804 m, e conduce in 25 km nei pressi della sorgente del Sungai Kat, sulla via poco battuta per Nahakeromo, sul Kayan, e Long Po, villaggi entrambi abbandonati, per finire a Data Dian. Verso ovest si prosegue in canoa e si pernotta a Long Saan, ex roccaforte Kenyah in vetta alla collina alta 200 m, accessibile solo dal fiume con un ripido sentiero a scalini da dove ha inizio la pista più praticata e percorsa, che porta in Sarawak e nell’Apo Kayan. Proseguendo da Long Saan, la notte seguente si dorme a Long Bebara e quella successiva nel villaggio, abbandonato dai Punan, di Long Kihan, sul Sungai Iwan: 55 km. di marcia, a tratti molto faticosa, tra vegetazione intricata e i piccoli guadi di Sungai Suhen e Sungai Kihan, dove la presenza di un paio di guide è indispensabile. Il trekking continua verso sud per incontrare in serata l’altro importante centro Punan di Long Ikeng, situato in un’area molto verde, particolarmente affascinante per le cascate del Sungai Pasok e la varietà di orchidee.
La tappa successiva porta, in un altro giorno di cammino a Long Kelawit, distante 15 km, e al villaggio abbandonato negli anni ’70 di Long Lesan, distante 30 km, attraverso un lungo percorso costeggiato da alberi da frutta tropicali, in prevalenza mango e durian. Nell’ultimo fatica coso tratto quotidiano, rimediando un passaggio in canoa, si può discendere il Sungai Iwan, diventato ormai navigabile per le deboli rapide, fino a Long Lemiliu. Infine, tre ore di sentiero conducono a Data Dian, dopo 14-15 giorni di viaggio effettivo da Tanjung Selor. Volendo proseguire per Long Nawang occorre un altro giorno e mezzo di cammino via Long Metun, Long Sungai Anai e Long Payau.
Sarawak – Apo Kayan
Nel Sarawak il visto ha la durata di soli 30 giorni con estensione temporale da richiedersi negli uffici per l’immigrazione della costa. Infatti, per chi intende intraprendere un viaggio all’interno dell’isola, tale periodo potrebbe non essere sufficiente. Non esistono controlli e dogane nella giungla del Borneo centrale. Nessuno vi impedirà di superare la linea tra i due stati, ma nel primo piccolo centro oltre confine qualche graduato capirà che avete varcato la frontiera di frodo in quanto solo i nativi sono autorizzati a farlo. Fortunatamente i militari indonesiani sono più tolleranti dei loro colleghi malesi nei confronti degli stranieri e, nella quasi totalità dei casi, invitano gentilmente il trasgressore a denunciare il proprio ingresso nel Paese alla polizia di Long Nawang o Data Dian. Naturalmente, nessuna guardia è così sconsiderata da pensare seriamente di riaccompagnarvi al confine, tuttavia ha la facoltà di creare fastidiosi ed interminabili problemi.
Giunti in città, sarà compito dell’autorità locale legalizzare temporaneamente la vostra permanenza in attesa del vostro rientro in Malaysia, accompagnati da guide a pagamento. È risaputo che alcuni viaggiatori occidentali, prima di rientrare nel Sarawak, hanno girovagato a lungo nel Kalimantan. Con le suddette premesse, indico la rotta comunemente usata dagli abitanti dell’Apo Kayan che fanno la spola con il Sarawak, in cerca di un lavoro o per commerciare i propri prodotti, che è quella che conduce a Belaga Bazaar via Sungai Balui. Lo stesso itinerario si segue al ritorno e il viaggio per l’entroterra inizia solitamente dalla capitale Kuching via Sibu e Kapit.
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