L’Alto-Mahakam River – Il grande fiume del Kalimantan – 2P

L’Alto-Mahakam diventa decisamente stretto e tortuoso subito a monte del villaggio di Kasu (25 km oltre Long Bagun) da dove hanno inizio le prime grandi rapide, riam. Per proseguire è necessario noleggiare un mezzo adeguato, con due motori da 40 cavalli che consumano mediamente 35 litri l’ora, e un equipaggio esperto. Purtroppo l’alto costo del carburante nella parte alta del fiume fa lievitare notevolmente la spesa delle spedizioni. Da Long Bagun a Long Pahangai (120 km ca.) sono sette i gruppi di temute riam che occorre superare. La prima serie di rapide che si incontra appena lasciato il villaggio di Long Bagun, denominate dagli indigeni riam halo eriam udang (gamberetti), è nota per l’alto grado di pericolosità. Poco oltre si è ripagati della fatica appena compiuta con la visione paradisiaca della cascata più bella del percorso: un salto d’acqua dalla cima di una parete di roccia basaltica a lato del fiume. Il tratto più impegnativo, in quanto le grosse rapide si susseguono con brevi intervalli, comincia subito dopo la confluenza del Sungai Boh. La natura circostante è selvaggia, con ampi scorci di foresta primaria, cascate e sagome di vulcani spenti ricoperti dalla vegetazione.

Da Long Pahangai a Tiong Ohang (90 km ca.) la navigazione è tranquilla, con altre leggere cascate lungo la via d’acqua, che quassù è ancora color caffelatte. A circa metà percorso c’è l’aeroporto di Data Dawai collegato regolarmente, quattro giorni la settimana, con Samarinda. Dalla sua attivazione, un numero sempre crescente di turisti è presente nell’Alto-Mahakam e, guarda caso, anche i prezzi non sono più gli stessi. Ora si può giungere a Data Dawai seduti comodamente in aereo e scegliere di fare ritorno a Samarinda via fiume o viceversa. La maggioranza dei viaggiatori, però, si accontenta di visitare solo i dintorni in attesa del volo successivo. L’area di Tiong Ohang è abitata dai Dayak Penihing, perfetti conoscitori dei passaggi che conducono al Sungai Kapuas (Kalimantan Barat) via terra, oltre le montagne del Muller.

Per giungere a Long Apari (40 km da Tiong Ohang), l’ultimo avamposto a un centinaio di chilometri dalla sorgente, bisogna essere disposti a sopportare un po’ di fatica fisica poiché il letto del Mahakam è ormai ridottissimo e gli ostacoli naturali da superare si moltiplicano. Ne sarà comunque valsa la pena; all’arrivo riceverete un’accoglienza autenticamente Ulu che vi ripagherà abbondantemente delle fatiche del viaggio.
In generale, i tempi di risalita per giungere quassù dalla costa possono variare enormemente: da pochi giorni a pochi mesi, a seconda delle condizioni del fiume. Se l’acqua è bassa si può procedere con piccole imbarcazioni finché è possibile ma se, al contrario, il fiume è in piena occorre fermarsi a tempo indeterminato, in attesa che il livello si normalizzi. Il viaggiatore che decide di fare questo tipo di esperienza nei mesi con maggiori precipitazioni non può avere problemi di tempo. Una raccomandazione da non sottovalutare mai: evitate di campeggiare in riva ai fiumi, in particolare nelle aree Ulu, poiché il livello dell’acqua può mutare in pochi secondi e sorprendervi pericolosamente nel sonno.

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