Viva Abbash – Diario di guerra dal fronte palestinese: Il viaggio – 1P

L’idea di fare questo singolare viaggio nacque quando il settimanale L’Europeo acquistò una serie di mie foto sul Vietnam e sulla guerriglia palestinese da inserire in un servizio di Oriana Fallaci. Solo quattro mesi prima mi trovavo in Giordania, assieme a due compagni di viaggio, di ritorno da un raid automobilistico con capolinea in Estremo Oriente e nessuno poteva prevedere che saremmo finiti in prima linea, probabilmente per curiosità, incoscienza giovanile o desiderio di esperienze forti. Fu l’incontro con il simpatico Awad Saleh, ex studente universitario a Padova e membro del ‘Fronte Democratico Popolare per la Liberazione della Palestina’, che determinò questa situazione impensabile per un turista, ma quasi normale per noi che da sei mesi “trattavamo” quotidianamente con l’avventura. Nello stesso viaggio avevamo già rischiato un linciaggio in India e la vita in almeno altre due o tre occasioni; Awad capì che eravamo pronti anche per questa prova.

Il mio progetto, condizionato da irrisorie possibilità economiche, appariva quantomeno imprudente, ma descrive appieno la mia personalità di quel tempo: tornare in prima linea, consegnare due semplici Istamatic a combattenti, quotidianamente impegnati in azioni di guerriglia in ‘terra occupata’ e pregarli, sperando che accettino, di scattare delle foto in mia vece. Supplire cioè alla qualità dell’immagine con sequenze d’eccezione. L’elementare programma tragicomico, da reporter di guerra in poltrona, prese corpo dentro di me senza tanti preamboli: “al limite faccio un viaggio per rivedere gli amici”.

In un giorno, comunicai la mia decisione a Bonvi, per il quale lavoravo con le Strumtruppen, andai a casa a preparare le poche cose necessarie per il viaggio e passai poi da Milvia, la mia graziosa compagna dai capelli color rame, che aveva deciso di seguirmi.

Ancora oggi scrivo sempre un diario quando viaggio, e questo che segue è il resoconto di allora, la “diretta” di quell’esperienza.

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